Museo Internazionale del Presepio "Vanni Scheiwiller"


Indirizzo:
Rione Manca, 85030 Castronuovo di Sant'Andrea

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Domenica 7 dicembre 2014, alle ore 18.00, a Castronuovo Sant'Andrea, per l'iniziativa City, l'organizzazione Pro Loco e il patrocinio del Parco Nazionale del Pollino, viene inaugurato il MUSEO INTERNAZIONALE DEL CRIB "Vanni Scheiwiller" che ospita 150 presepi in tutto il mondo, provenienti dalla collezione dell'editore milanese Vanni Scheiwiller, e da quella dello storico dell'arte Giuseppe Apella, originario del paese lucano che, dopo il MIG. Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Civica "Alessandro Appella" - Atelier "Guido Strazza" (nato nel 2011 e già presente sulla scena nazionale) e in attesa dell'allestimento del "Museo della Vita e delle Opere di Sant'Andrea Avellino", si sta attrezzando un vero e proprio centro di servizi culturali che renderanno meno difficile l'isolamento di 24 paesi della Basilicata nel Parco Nazionale del Pollino (che fa parte del Castronuovo) e nei comuni limitrofi, per una popolazione complessiva di 70 696 abitanti. La collezione Schewiller era destinata a Castronuovo Sant'Andrea, dove Vanni è stato più volte dal 1978, durante gli incontri estivi, insieme a Leonardo Sinisgalli, Carlo Belli, Giuseppe Bonaviri, Rocco Mazzarone, Enzio Cetrangolo, Mino Maccari, Pietro Consagra, Guido Strazza, Giulia Napoleone, Assadour e Dinu Adamesteanu, sua moglie Alina Kalczynska che, con questa decisione, ha unito il paese lucano di Cracovia nell'interesse dei manufatti che richiamano, per secoli, la tradizione di un grande mistero e inseparabile il rapporto tra arte e artigianato. Inoltre, si instaura una sorta di rapporto ideale con la Lombardia e con Milano in particolare, che vide, dal 1570 al 1582, la costante presenza di Sant'Andrea accanto a San Carlo Borromeo. La collezione comprende reperti italiani (dalla Liguria alla Sicilia) e stranieri (dalla Francia all'Inghilterra, al Nord e Sud America, Africa, Australia, Cina, Lapponia, ecc), Con un focus di Lucania, Puglia, Calabria, Sicilia, Napoli e Sardegna che accoglie meravigliosi presepi M. e R. Pentasuglia (senior e junior), L. Morano, D. Alighieri Colucci, G. Niglio, G. Mitarotonda, P. Gurrado, R. Padula, I. Gardini, P. Of Nuts, NA Barzani, B. e C. Piemontese, L. Gallucci, A. Tripi, G. Serra, F. Monti, R. Esposito, G. Sales, P. . Monni V. Forgia, G. Criscione, A. Capoccia, L. Lazzari, G. Falcone, A. Lentini, G. Totaro, L. De Matteis, I. Scarlatella, C, Perifano, A. Maddaloni, A. Manco, M. Conti, fratelli Colì, A. Mango, F. Delle Site, P. Micciche, G. Raneri, Martina P.., L. De Filippi, G. Iudici, V. Luciano, M. Lucerne, V. De Donatis, E. Serra, A. Tripi, G. Ferrigno, B. Di Napoli, P. Cascione. A questi artigiani si affiancheranno i presepi di artisti come Alina Kalczynska, Carlo Lorenzetti, Giacinto Cerone, Roberto Almagno, Salvatore Sava, Ernesto Porcari, Giuliano Giuliani, Ettore Consolation, Antonio Masini, Tito Amodei, Ghitti, Angelo Palumbo, Pinuccio Scioli. Con una formula nuova e originale, che mira a richiamare l'attenzione su un centro storico di antiche origini, viene allestito il Museo Internazionale del Presepe "Vanni Scheiwiller"; nel quartiere manca, in 50 grotte-cantine che ancora ricche di oggetti agricoli, permettono una lettura antropologica della città.


MANCA IL QUARTIERE, SEDE DEL MUSEO INTERNAZIONALE DEL PRESEPE Attraversando gli antichi quartieri di Castronuovo Sant'Andrea, con i loro vicoli tortuosi e stretti, le calate, le salite e i numerosi archi che circondano e rivelano ancora il suo impianto urbanistico medievale, è facile imbattersi nei segni di un passato che non sembra mai speso e che racconta silenziosamente un mondo ancora vivo nella collettività. Dallo stretto rettilineo acciottolato che conduce in Piazza Camillo Zaccara, meglio conosciuta come Piazza Castello, alla presenza del Palazzo Marchese, un tempo dimora dei signori che fin dai tempi dei Normanni detenevano il potere sul feudo di Castonuovo (Chiaromonte, Sanseverino e Villano), si giunge direttamente a quello che era il vero cuore del bottone del borgo: il quartiere manca. Più in basso, via Certosa ricorda il periodo della sudditanza ecclesiastica feudale alla Certosa di San Nicola Chiaromonte, che dal 1684 al 1807, anno della soppressione degli ordini religiosi, perseverò nel titolo. Continuando a scendere, ci imbattiamo nei segni di una forte religiosità popolare (Cappella di S. Andrea Avellino, Chiesa Madre e Cappella di S. Filippo), e in quei luoghi che un tempo erano il centro vitale del paese, ancora intatto e intatto dalla modernità. Laboratori di fabbri, calzolai, carpentieri, mulini, cantine e molti mulini occupano i numerosi locali, oggi abbandonati, che si incontrano oggi passeggiando per i tranquilli vicoli. Oggetti lasciati davanti a quello che un tempo era un fienile, nelle pietre logorate dal tempo, nella porta semiaperta di una cantina ormai vuota, riecheggiano ancora la storia di chi viveva in questi luoghi. Le rovine della "porta dei Missing", lasciandosi liberamente manipolare immaginario di chi si incontrava, fanno ben pensare alle maestose mura cittadine che, nel Medioevo, proteggevano l'area urbana dagli attacchi di romani, goti e saraceni. Un luogo dove tutto è testimonianza concreta della complessità culturale degli strati di insediamento e di cambiamento sociale che qui sono stati prodotti e sedimentati.



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