Civico Museo Setificio Monti


Indirizzo:
Via Nazionale 120, 23821 Abbadia Lariana

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Lungo la sponda orientale del lago di Como, da Lecco a Colico, si svilupparono, a partire dall'Ottocento, intense attività industriali legate alla produzione della seta. In molti paesi, quindi, sorsero la filatura e la filatura, per lo più spinte dall'energia dei vari corsi d'acqua idraulici che scendono verso il lago. Di queste fabbriche, oggi per lo più scomparse o adattate ad altri usi, una è stata conservata così com'era a metà dell'Ottocento ed è ancora accessibile ai visitatori; infatti, restaurata ed arricchita con materiali contemporanei la filatura è ormai scomparsa, è diventata, dal 1998, il Museo Civico Setificio Monti Abbadia Lariana.


Il complesso fu costruito da Pietro Monti, appartenente ad una famiglia di tessitori di seta del Basso, a partire dal 1818, quando il governo austriaco, con la successiva Restaurazione alla caduta di Napoleone, rilanciò le attività produttive dell'allora Lombardo-Veneto. La proprietà è costituita da due fabbricati, uno filatoio del 1818 ed uno stabilimento tessile, costruiti nel 1869. Quest'ultima, dopo la cessazione della produzione della seta, fu trasformata in fonderia e privata dei macchinari originali; per questo motivo, quando il comune rilevò gli edifici, decise di dirigerli nella scuola media.


La filatura, tuttavia, aveva ancora tre torsioni rettangolari in svolgitura, 1869, e i resti di una grande macchina circolare gettare dal 1818 è stato quindi deciso di intraprendere un impegnativo lavoro di archeologia industriale per recuperare almeno questa unità di produzione. Dopo diversi anni di intenso lavoro da parte non solo di esperti, ma anche di molti volontari, la pressa del 1818 originale è stata completamente ristrutturata e restaurata in tutti i suoi 11 metri di altezza e 5 di diametro.


Oggi l'auto è ancora in funzione e la carica circa un migliaio di bobine; ai visitatori è consentito vederla in azione da vicino per due dei quattro piani del suo sviluppo verticale.


Nelle altre sale espositive sono esposte attrezzature e oggetti relativi a sieri del passato. Vi è anche una piccola collezione etnografica, costituita da numerosi oggetti che costituiscono una preziosa testimonianza della vita contadina del XIX secolo.


La visita è ulteriormente arricchita dalla possibilità di vedere una delle due grandi ruote d'acqua che azionavano il macchinario utilizzando la corrente della cosiddetta Roggia dei Mulini, una derivazione del torrente Zerbo. Ancora conservata sul retro dell'edificio, per il momento solo la più grande delle due ruote, in ferro e ghisa, ha visto recentemente completato il restauro.


Il Museo Civico Setificio Monti in Italia costituisce l'unico esempio di filatoio ottocentesco di recupero in cui l'involucro esterno, l'interno e le attrezzature sono stati riportati alle originali dimensioni e funzioni, permettendo ai visitatori di rivivere la storia e la tecnica serica dell'industria lombarda.



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