Museo Civico - Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santo Mauro


Indirizzo:
Piazza Plebiscito, 70017 Putignano
Telefono:
+39 080 405 6111

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Breve storia del palazzo e della famiglia Romanazzi Carducci.


Situato nel cuore dell'antica città della città, il palazzo Romanazzi Carducci è uno dei gioielli del patrimonio storico-artistico pugliese. L'attuale configurazione dell'edificio riflette in gran parte i lavori di ristrutturazione che hanno avuto luogo nel corso del XIX secolo. Ma la storia dell'edificio inizia già nel Medioevo, quando ospitò il cisiddetto Balì. Fu così chiamato il feudatario della città (che nel XIV secolo divenne possesso dell'Ordine dei Cavalieri di Malta e rimarrà tale fino al XIX secolo). Con l'abolizione del feudalesimo nel 1806, il palazzo passò alla proprietà dello Stato, che lo mise in vendita. L'edificio venne così alla metà del secolo (XIX) acquistato dalla famiglia Romanazzi Carducci, una delle più ricche della città. Il palazzo così come lo vediamo oggi è strettamente legato alla figura del marchese Guglielmo (nato nel 1881), che divenne poi principe, grazie al matrimonio con la principessa Giulia Saluzzo da Corigliano della nobile famiglia dei principi napoletani di Santomauro. Ogni stanza mostra la memoria della vita del Principe e della sua famiglia, compresa quella di sua figlia Maria Alasia sposata nel 1932 con Mario Lombardo Duca di Cumia. Nel 1967, un anno prima della sua morte, con un gesto testamentario, il principe William, ultimo erede maschio della famiglia, dona l'intero edificio alla città, affinché possa essere trasformato in un museo. La sala d'ingresso è il perno attorno al quale si sviluppa l'intero corpo di fabbrica dell'edificio: sulla destra, in sequenza, le sale destinate alla vita pubblica della famiglia, i momenti di rappresentanza, di incontro, gli ospiti. Sulla sinistra, dietro una grande e pesante porta di legno, si apre la sala da pranzo dalla quale si aprono le stanze destinate ai momenti di vita del Principe.


Salone della Musica e Salone Giallo. Questi due ambienti sono la parte più suggestiva dell'intero edificio. Il pianoforte è dominato dalla prima sala, emblema di una delle passioni preferite del principe e di tutta la sua famiglia. Interessante poi la volta decorata con una scena mitologica, come di consueto accade negli edifici seicenteschi ottocenteschi. La sala gialla è l'ambiente più affascinante dell'intero edificio per i suoi mobili d'epoca, che riflettono la moda e i gusti del tempo. Tutti i mobili sono stati oggetto di un recentissimo restauro (2015) che li ha riportati all'antica bellezza. Anche in questa sala la volta è riccamente dipinta con un soggetto mitologico.


Camere per gli ospiti e cappella. Adiacenti al salone giallo si trovano le due camere da letto pensate per accogliere gli ospiti. A sinistra la "Sala Bianca" ha ospitato il principe Umberto di Savoia, futuro re d'Italia, in una delle sue visite qui a Putignano. Queste visite si svolsero in tre diverse occasioni nel 1933, 1935, 1942; ma la più importante fu quella in occasione dell'inaugurazione della Grotta del Trullo. A destra della sala gialla, la sequenza delle sale si apre per ospitare, nell'ultima fase della vita del palazzo e in particolare durante la guerra, la famiglia della figlia del principe, Maria Alasia, con i suoi tre figli, mentre il duca Lombardo di Cumia era di fronte. La prima stanza impropriamente chiamata "Sala del Re" lo si dice perché era la prima di quelle dove era ospitato il principe Umberto di Savoia. Tra le due camere spicca il bagno con bellissimi arredi d'epoca e stampe con figure femminili alle pareti, che riflettono il grande gusto estetico della padrona di casa. Questa ala dell'edificio, alla fine del corridoio, chiude la cappella, destinata a momenti di raccoglimento religioso.


Sala da pranzo e giardino. La sala è un trionfo di arte e curiosità: alle pareti si stagliano nature morte di gusto settecentesco provenienti probabilmente da Napoli. Interessanti anche le eleganti e preziose porcellane conservate nelle vetrine, alcune delle quali personalizzate dal principe con lo stemma di famiglia, forse in occasione del matrimonio della figlia Maria Alasia. Dalle finestre si intravede il giardino pensile, altro luogo significativo nella vita e nella storia dell'edificio.

Camere private del Principe. Dalla sala da pranzo si accede alle camere per la vita privata del Principe, tutte con accesso diretto al giardino. Dopo la camera da letto inizia la sequenza di stanze che raccontano la vita privata del principe: l'archivio con le librerie contenenti oltre 3000 volumi donati alla biblioteca comunale, lo studio privato con la cassaforte, i trofei di caccia, le foto del principe a cavallo. Caccia e cavalli erano le maggiori passioni del principe: la prima era la collezione di fucili ottocenteschi (un tempo collocati in questa sala e ora spostati per motivi di sicurezza). La collezione è stata successivamente arricchita con una donazione del Ministero e oggi vanta quasi mille esemplari. Un piccolo corridoio dà accesso al nucleo più interno dell'edificio: dalle stanze adibite a guardaroba e portascarpe alla camera da letto privata del Principe. Questa è la stanza chiamata anche "del pinocchio": si tratta di un burattino, che il Principe ha ricevuto in dono da una comunità italiana in un viaggio in Australia e che ha dato in dono alla figlia Maria Alasia.



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