Castello De Falconibus


Indirizzo:
via Costantinopoli, 10, 74026 Pulsano

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  1. Il SITO E i signori feudali. Il Castello di Pulsano innalza il livello del mare di 40,40 Mt. fonti documentate risalenti al 1838 affermano che il primo feudatario, Falco de Falconibus, possedeva il Casale di Pulsano, che fu poi aperto, e nessun castello, ma con una sola torre, Torre detto massimo. Il suo successore, Marino, costruì il Castello e il Muro nel 1430, come dimostra un'iscrizione, oggi scomparsa, ma esposta in una tirata pubblicata nel 1838 e risalente al 1550. La Terra di Pulsano, poi, era racchiusa dalle mura di cinta di quando il Castello era la rocca del Nord-Est; probabilmente le mura erano di forma rettangolare, con torri ai quattro lati, una delle quali poteva essere incuneata tra le case di Via Molini Vecchi, infatti le merlature sono ancora visibili. Il castello fu preservato grazie ad accertamenti che lo tennero fino al 1560, fu venduto o ereditato da diverse famiglie, venne successivamente, nel 1617 a Muscettola, signori di Leporano, che ottenne il titolo di principe nel 1624, gli ultimi eredi lo vendettero Muscettola al Comune di Pulsano nel I912.

pulsano_castello2. STRUTTURA. Pulsano Il castello, costruito quasi interamente in carparo locale, è di forma rettangolare, completo di torri quadrate e rotonde, di forma disuguale in altezza. L'edificio è entrato dal lato ovest, la porta d'ingresso conduce in un corridoio, e questo in un cortile che illumina le camere interne. Le camere sono suddivise su tre piani: al piano terra si trovano cinque ampie camere con accessori; al primo piano si trovano otto camere, accompagnate da un atrio, corridoi e ripostigli; al piano si accede tramite una grande scala; al piano superiore si trovano i locali superiori delle torri e delle merlature a cui si accede dalla terrazza tramite una ripida e stretta scala, oggi fermata. Le volte delle sale sono a botte rettangolare, quella della sala quadrata è in crociera, con spigoli e lunette. Contiene due rilievi: uno riproduce lo stemma di famiglia che circonda (nella sala quadrata della torre più alta); l'altro, al centro dell'atrio della balaustra del primo piano, appartiene alla famiglia Muscettola. Tutti gli arredi, i caminetti e le cornici sono stati rimossi, vi sono ancora tracce di affreschi ormai indecifrabili; completa, invece, la merlatura esterna, che, insieme alle torri, riproduce fedelmente il modello feudale della casa-fortezza. Il castello era inoltre dotato di tre cannoni, che furono trasportati a Taranto, in età napoleonica, per ordine di Gioacchino Murat. Non c'è traccia del fossato e del ponte levatoio, che sicuramente c'erano, come testimoniano i documenti, poiché sembra che nel 1819 il principe Giovanni Muscettola abbia detto per la prima volta nel fitto fossato ad alcune famiglie del comprensorio, perché servono come orto. Questo ha portato alla situazione attuale del castello, che non è più isolato. Con il passare del tempo il castello ha perso la sua importanza e fu utilizzato come magazzino per il grano, deposito di botti e fienile, fino al 1912, quando infatti fu acquistato dal Comune di Pulsano, da tempo adibito a sede del Municipio. Alcuni restauri parziali sono stati effettuati da diverse amministrazioni, ma i lavori futuri sono ancora lunghi e onerosi.


  1. STORIA E LEGGENDA Sotterraneo: L'atrio nasconde un grande pozzo che, secondo un'antica leggenda locale, collegherebbe il Castello di Pulsano con il Palazzo di Leporano e da lì una strada sotterranea condurrebbe direttamente al mare.

La battaglia di Otranto: Nel 1480 Giovanni Antonio Surronding è uno dei due capitani Tarantini che combatte ad Otranto contro i Turchi di Maometto II. Lo seguiranno 400 soldati riuniti a Tarantino di cui 40 Pulsanesi. In quella battaglia muoiono Giovanni Antonio de Falconibus e molti di lui, tra cui Pulsanesi: Angelo Fabrizio Scardino, Giovanni Caputo Tomai e Scipione, ma misteriosamente, l'8 settembre 1480 le spoglie furono trasferite a Pulsano, giorno in cui onoriamo i martiri Otranto.


La donna dal torace: La leggenda vuole che nei giorni di luna piena a mezzanotte, vaghi tra le tribune della torre rotonda una donna di mezza lunghezza, vestita di bianco e con i capelli biondi volanti. Si narra che nel 1326 Renzo surrondante muoia per difendere Pulsano da un assalto di orde pagane quel tratto di costa che ancora oggi si chiama Terra Rossa, a ricordo dell'evento sanguinoso. La sua unica figlia diciottenne, Caterina, fu venduta dal marito zii che usurpò il feudo, imprigionando la giovane donna nella torre rotonda e poi decapitata. Suo marito Umberto riceve in cambio del tradimento una modesta proprietà Ugento.



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