Castello di Naro


Indirizzo:
Loc. Abbadia di Naro, 61043 Cagli

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CASTELLO NARO Il paziente ed impegnativo restauro durato cinque anni ha riportato la struttura al suo antico splendore, fondendo il rigore storico con elementi di innovazione e facendo del Castello del Naro una location straordinaria per eventi e cerimonie oltre che un edificio unico per vacanze esclusive. La sala riunioni, la sala da pranzo e soprattutto gli ampi spazi verdi rappresentano una cornice molto suggestiva per ogni evento, dagli incontri di lavoro alla cena esclusiva per la festa di nozze. Lo staff e i partner del Castello di Naro sono in grado di supportare il cliente in ogni aspetto organizzativo dell'evento con l'obiettivo di rendere ogni iniziativa un successo. L'ospitalità del Castello di Naro si compone di 8 camere ciascuna in grado di suscitare emozioni diverse negli ospiti, accogliendoli in spazi pensati per godere del luogo in totale tranquillità e relax. Il castello dispone inoltre di uno spazio dedicato al benessere; sauna, bagno turco, piscina nella roccia con idromassaggio, cromoterapia; il tutto armoniosamente integrato con gli elementi architettonici e naturali di questo incantevole luogo che regalano un'esperienza di totale armonia intrinseca della struttura e del paesaggio che la circonda. STORIA Il castello di Naro racconta una storia di orgoglio e coraggio: Naro è "il castello dei Siccardi", una potente fortezza, simbolicamente elevata a estrema difesa dall'avidità della città di Cagli e poi da quella dei conti di Urbino, il Montefeltro. Ma chi erano i Siccardi? Furono potenti feudatari, un'antica e potente famiglia guelfa, già citata nelle cronache dell'XI secolo: esercitati gli eserciti, i suoi membri custodivano diverse fortificazioni a Cagli, e Piobbico, e avevano il dominio su vaste terre. Adagiato su un aspro colle sopra la valle del fiume Candigliano, a 417 m s.l.m., il castello sorge isolato su uno scoglio, in posizione strategica e a controllo di un'importante strada, che anticamente era il passaggio per Massa Trabaria. Agli inizi del XIII secolo le ambizioni espansionistiche del vicino libero comune di Cagli toccarono anche Naro: il castello per la sua posizione strategica poteva diventare un'importante fortezza del comune di controllo (oltre ad assicurare imposte comuni di colore rossastro). Nelle estati degli anni 1217 e 1219 Filippo, Angelo e Rainaldo Siccardi sono costretti a sottomettere il castello di Naro e gli altri loro castelli al comune di Cagli. Rainald ha chiesto al comune in cambio della fedeltà dei suoi castelli, l'ufficio Podestà (per un anno) e diversi soldi, più grano, vino, legna da ardere e una degna dimora nel centro della città. Ma il patto di convenienza tra Siccardi e Cagli era di breve durata. Pochi anni dopo Filippa Siccardi, castello feudale di Naro, riaprì, sua sponte, le ostilità contro il comune. Filippa non riuscì a resistere per qualche anno contro la forza schiacciante di Cagli. Già nel 1227 Cagli riuscì a reintegrare nel proprio territorio castelli, Valveduta, Castiglione, Timpano e ............................................................................................................................................................................ Naro. Ma Filippa aveva resistito fino all'ultimo assedio e tornò al comune di Cagli castelli abbastanza battere. La resistenza era tale che la città di Cagli, nel timore di subire altre rappresaglie, la costrinse a non risarcire i forti danneggiati. Nel XIV secolo il castello non è più di proprietà dei Siccardi, ma dei Mastiff, una famiglia di guerrieri, le cui origini risalgono al 1162, quando l'imperatore Federico di Svevia dovette conquistare Cagli. Nel 1388 signore del castello è Nolfo Mastiff, Cagli dei Ghibellini, capitano della milizia del conte Antonio da Montefeltro, e marito di Calepretissa, sorella dello stesso Antonio Conte. Non si hanno notizie del castello di Naro e delle sue vicissitudini fino alla seconda metà del XVI secolo, quando il castello appartenne alla famiglia Berardi, altra nobile casa Cagli, e conta tra i suoi antenati un cardinale, il cardinale Berardo Berardi, nominato da papa Niccolò IV, e nelle mani della famiglia Berardi resterà fino ai primi 800 anni.



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