Albergo Centrale


Indirizzo:
Piazza Roma, 5, 32045 Santo Stefano di Cadore

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"Ti piace cercare funghi porcini". La domanda sembrava irreale, alle dieci di sera, nel bar centrale di Santo Stefano, mentre la neve si insediava dolcemente sotto i lampioni della piazza deserta. Un mondo di fiabe, e che pochissima domanda della stagione. Ma così ho incontrato Gino Buzzo Piazzetta, uno dei tanti personaggi straordinari che il Comelico fa fiorire. Con gli occhi azzurri e un viso leggermente incavato, non si sapeva mai se stava scherzando. In realtà la sua scala di valori era molto personale, con passi che solo la gente di montagna può percepire. [...] Il luogo è quasi un passaggio obbligato tra le valli del torrente Pádola e del Piave: ma era stato anche defunto con Gino l'appuntamento sarebbe stato d'obbligo. [...] Lo incontrava all'alba o a tarda notte, sempre intento a vetrificare, immerso in strani pensieri, nel suo viso sereno. Anche quando non c'era nessuno in albergo, anche quando sembrava che Santo Stefano fosse addormentato sotto la neve, perché una volta era abbondante. Ero lì per un solo giorno, interrompendo la lucidatura dell'ultimo cristallo mi chiese come fosse la cosa più naturale se amavo cercare funghi ... Poi iniziò a parlare di caprioli da caccia e di raduni con gli Alpini, ricordando cosa, pochi mesi prima, aveva partecipato e a quale fianco si sarebbe recato, insieme al gruppo del Comelico. Pertanto, tre amori in ordine di importanza, ma negli ultimi anni aveva messo la caccia in coda. La passione è stata più di ogni altra cosa un pretesto per stare in compagnia, ascoltare il cane levriero al lavoro nelle praterie, poi la sera per discutere con gli amici. Erano gli anni, o la naturale evoluzione del gusto, dell'ultimo capriolo che lo aveva lasciato andare... "Era una testa come non l'ho mai vista! Camminava tranquilla, regale direi, mi guardava quasi negli occhi: "Come potevo tirarlo? In breve, mi ha fatto sentire dispiaciuto, non ho potuto uccidere una bestia così nobile! "Naturalmente gli amici lo avevano rimproverato, ignorando la tempesta di sentimenti che lo aveva colpito. "Mi sono quasi dispiaciuto, ma se corri davanti a te, allora è un bersaglio, hai paura di perderlo, quando è? "Ho ucciso il cervo". Anche questo non era vero, e sapeva che le bestie "lo avevano fatto dispiacere...". ...


Mario Ferruccio Belli, L'amico del popolo, 8 settembre 1990 - N. 35



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