Cover picture © credits to Vasco Casula
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Fantastici punti di vista sulla collina di Belém

4 minuti di lettura

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Questa storia di viaggio è tradotta con l'aiuto della tecnologia.

Questo testo è stato tradotto in Italiano dalla lingua originale English.

Un sole atipico splende sopra. La luce si diffonde, colpendo orgogliosi appartamenti alle mie spalle, coprendo il manto erboso intatto sottostante e sparpagliandosi per le strade cittadine che scendono verso la riva del fiume. Guardo come va e viene, come le nuvole occasionali di passaggio cambiano l'intero paesaggio, tutto dall'alto del luogo in cui mi trovo. In cima al quartiere di Restelo e vicino ad Ajuda, a Belém, c'è una piccola montagna che vale la pena di visitare. Lussureggiante e accogliente, è un rifugio dalla città circostante e un fantastico punto di vista sull'est di Lisbona. Si chiama Parque Recreativo dos Moinhos de Santana.

Qui, nel punto più alto, siedono i mulini a vento che gli danno il nome; senza vele, dipinte di bianco e blu, sono indifferenti alla brezza. Intorno a loro crescono gli alberi più alti e le aiuole fiorite che prosperano nei toni del verde, in contrasto con il ciottolato scuro del pavimento. Al di là di questo balcone naturale, la collina del parco descrive un ampio cono, che termina su un muro lungo la strada sul lato orientale, e che cresce di nuovo contro il cimitero di Ajuda sull'altro lato. La vista si estende da lì fino al ponte 25 de Abril, al fiume Tejo e a gran parte del distretto di Belém, perdendosi tra le abitazioni. Dopo una certa contemplazione, mi dirigo verso il basso, seguendo uno dei sentieri che sembra serpeggiare intorno al parco.

Parque Recreativo dos Moinhos de Santana
Parque Recreativo dos Moinhos de Santana
Parque Recreativo dos Moinhos de Santana, R. Tristão Vaz 22, 1400 Lisboa, Portugal

Il rumore dei treni lungo il fiume riesce a salire qui e si sente il rombo dell'autostrada nelle vicinanze, ma la mente si perde nel paesaggio circostante. La fitta vegetazione lascia il posto ad un prato digradante, dove due ragazze si sdraiano e si godono il sole. I sentieri conducono a gallerie di alberi e cespugli in fiore, a volte con frutti selvatici, spruzzi di rosso, giallo e blu sulla tela verde. Gli uccelli che cantano diventano piu' evidenti. All'ingresso inferiore del parco, un lago ondulato porta un tocco di freschezza. Le acque poco profonde sgorgano con piccoli pesci e anatre che nuotano, lasciando tracce attraverso il velo di foglie giallastre che copre la vasca.

L'immagine che rimane è quella di un giardino affascinante che offre pace e tranquillità a chi passa, sia attraversando il quartiere o cercando uno dei suoi tanti piccoli atmopsheres. Mi lascio il verde alle spalle per affrontare la confusione urbana. Le strade scendono dritte lungo il pendio, gli edifici in lontananza sembrano blocchi di giocattoli, colorati come un bambino quando prova una nuova serie di matite. E' quasi ora di pranzo. La gente arriva e parte, un flusso di giovani studenti scende sul marciapiede in piccoli gruppi, portando i loro zaini e a volte anche un pallone da calcio.

Passeggiando per i viali, do un'occhiata agli alloggi. Tra le alte residenze e gli uffici, vedo alcuni giardini e piazze. Anche se questo è un quartiere affollato, non sembra grigio o chiuso, e sembra invece un luogo arioso e vivace. Alla fine raggiungo il Museu de Etnologia. L'edificio è un parallelepipedo di un beige tenue, circondato da una striscia verde, dove saltano i melros. Lungo il suo bordo, le foglie autunnali si raccolgono a grappoli, per poi essere lanciate contro le mie gambe quando il vento decide di soffiare più forte. Da qualche altra parte, una macchina rumorosa soffia via le foglie cadute.

La facciata sud del museo presenta una sorta di atrio, un punto panoramico molto soleggiato sulla città. Un uomo si sdraia contro una colonna, prende il sole, e ci sono anche altre persone che passeggiano accanto al verde vivo dell'erba, o si siedono su una panchina. Guardando avanti, dietro la recinzione, c'è un pendio di bassa vegetazione appena sopra l'Estádio do Restelo. E' possibile vedere solo gli alti riflettori, e si può dare un'occhiata alle tribune blu intorno al campo di calcio. Più lontano la città si diffonde ancora una volta, raggiungendo a intervalli regolari la riva del fiume Belém e i suoi monumenti.

Le visioni del fiume Tejo e di Belém proseguono nel quartiere delle ambasciate, sulla destra, dove una collezione di ricche dimore espone al vento le rispettive bandiere dei paesi. Passeggiando, le strade sembrerebbero sorprendentemente silenziose se non per i forti tosaerba che riecheggiano in giro. Una piccola scala mi conduce ad una piazza boscosa, collegata alla Capela de São Jerónimo, una cappella poco conosciuta che vale la pena scoprire. Mi avvicino all'antica costruzione dietro una serie di pini, racchiusa in una piccola foresta lussureggiante. Intorno ai muri di pietra bianca c'è una radura circolare che termina su un muro di pietra. Le persone si siedono sulle panchine o sulle scale d'ingresso, a coppie, affacciate sulle cime degli alberi.

Capela de São Jerónimo
Capela de São Jerónimo
Praça de Itália, 1400 Lisboa, Portugal

Ancora una volta mi concedo una vista incredibile, visioni della riva del fiume che emergono dalla fitta foglia. Prima di continuare la mia escursione a Belém, decido di fermarmi per un po'. Il fiume brilla luminoso, tranquillo, mentre il sole cambia i toni dei boschi e della città, al capriccio delle nuvole.

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Lo scrittore

Vasco Casula

Vasco Casula

Io sono Vasco e vengo dal Portogallo. Oltre a suonare la chitarra e lavorare su film d'animazione, mi piace scoprire e farti scoprire luoghi come il Portogallo!

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