Museo Civico Gaetano Filangieri


Indirizzo:
via Duomo 288, 80138 Naples, Italy

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La progettazione e la realizzazione del museo sono dovute alla lungimiranza di Gaetano Filangieri, principe di Satriano, che nel 1881 propose al Comune di destinare le proprie collezioni d'arte in quello che restava del celebre Palazzo Como, rara testimonianza architettonica del Rinascimento toscano a Napoli, spostato di circa 20 metri per evitare la strage a seguito dell'opera di pulizia e allineamento lungo il percorso di via Duomo. L'edificio quattrocentesco che rimaneva era la splendida facciata a bugnato e le pareti laterali, mentre il serbatoio era completamente vuoto e senza copertura. L'offerta si rivelò molto interessante per il municipio e la possibilità di istituire un museo 'civico' fu sentita da molti come così necessaria che nel 1883 iniziarono i lavori di ricostruzione e restauro completamente finanziati dal principe che è stato completato nel 1888. L'8 novembre dello stesso anno il museo era aperto al pubblico. Il 30 settembre 1943 una squadra di sabotatori tedeschi diede fuoco alla villa Montesano di San Paolo Bel Sito dove, per evitare i danni della guerra, erano state ricoverate l'anno precedente le opere più preziose del museo insieme ai più preziosi documenti dell'Archivio dello Stato di Napoli, allora diretti da Riccardo Filangieri che contemporaneamente ricopriva la carica di direttore del museo. La collezione del museo ha salvato circa quaranta dipinti e una scatola contenente armi antiche.


Nel 1946, il Soprintendente alle gallerie napoletane, Bruno Molajoli, si appella ai napoletani per ricostituire le collezioni distrutte. Nel 1948, insieme al Museo di San Martino e al Museo del Duca di Martina, i Filangieri furono riaperti al pubblico grazie alle generose donazioni di Filippo Perrone, Mario De Ciccio, Salvatore Romano, della Duchessa d'Aosta Elena d'Orléans, di Umberto II di Savoia e al deposito temporaneo del Museo di Capodimonte. La collezione, per materiali eterogenei, comprende oltre 3.000 oggetti, provenienti da diverse fonti e datazioni. Sono raccolti esemplari di arti applicate (ceramiche, porcellane, biscotti, avori, armi e armature, medaglie), dipinti e sculture dal XVI al XIX secolo, presepi dei pastori settecenteschi e ottocenteschi ed anche una biblioteca con 30.000 volumi ed un archivio con documenti storici dal XIII al XIX secolo. La pinacoteca raccoglie soprattutto dipinti del Seicento napoletano, tra cui opere di Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Battistello Caracciolo, Mattia Preti.



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